All'interno l'altare maggiore in marmo di Arzo e altre provenienze è in stile barocco, quali si ritrovano in molte chiese del Sottoceneri, ed è opera di Leone Buzzi da Viggiù. L'altare risale al 1803 ed è stato voluto e quasi interamente pagato dalla Confraternita del SS Nome di Gesù (Confraternita tuttora esistente e operante). Il campanile fu restaurato e sopraelevato nel 1848 e pure in quell'anno vennero posate e benedette le nuove cinque campane. Nel 1937 ebbero luogo i grandi restauri della chiesa: tetto, travature, gradini e balaustra in marmo macchiavecchia di Arzo, illuminazione elettrica, confessionali e intonacatura dei muri esterni. Rilevante fu soprattutto l'opera pittorica del Professor Ovidio Fonti di Miglieglia, insegnante alla Scuola di Belle Arti di Torino, che diede la maggior impronta a questi restauri con una finta cupola (trompe l'oeil), lo Spirito Santo sotto forma di colomba, la Madonna Assunta e il Patrono San Martino, dipinti sul soffitto della navata centrale. Promotore e anima dell'importante restauro fu l'indimenticabile parroco del tempo, Don Ferdinando Andina (a Pura dal 1910 al 1939). Subito dopo la seconda guerra mondiale, nel 1948, la chiesa parrocchiale si arricchì di una stupenda Via Crucis in formelle di cotto, plasmata dal professor Georgj, maestro di scultura all'Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Sono quattordici bassorilievi di stile neoclassico, molto equilibrati e perfetti in ogni dettaglio; non manca l'ispirazione mistica trasfusa nell'opera dall'autore che, dalla corrispondenza con il parroco di allora, l'ascetico e profondo Don Giovanni Molteni (a Pura dal 1939 al 1952) risulta essere – oltre che artista – un cristiano di salda fede. Questi bassorilievi sono inseriti nel mezzo delle lesene della nostra bella chiesa. La nostra chiesa parrocchiale, situata al colmo di una magnifica scalinata, è tuttora apprezzata quale soggetto-simbolo di Pura, ammirata e riprodotta – meglio se con la magnolia in fiore – da fotografi, artisti-pittori e turisti. (GR–2001) |